Non riuscì mai a tornare nella sua Livorno, morì a Parigi all'alba del 24 gennaio del 1920 non ancora 35enne. L'amata Jeanne Hébuterne si suiciderà il giorno seguente, incinta del loro secondo figlio. Più di chiunque altro Amedeo Modigliani, Modì per i parigini e Dedo per i livornesi ha incarnato l'eroe maledetto e fiero bohémien di quella prolifica stagione artistica di inizi '900. Livorno gli dedica la più grande retrospettiva della storia con 120 opere provenienti in buona parte dalla collezione di Jonas Netter, primo collezionista e sostenitore. Ebreo e ateo Modì cresce all'ombra dei macchiaioli ma trova a Parigi la sua vena, lasciando alla posterità i suoi ritratti unici: colori morbidi e corpi stilizzati, colli allungati e sguardi penetranti. Un artista, nobile di cuore e dignitoso anche nella povertà più estrema, ma inesorabilmente consumato dalla tubercolosi, dall'hascisc e dall'assenzio.