Incontriamo Riccardo Magnani, studioso e appassionato ricercatore che ha dedicato anni all'affascinante mondo di Leonardo da Vinci (1442 - 1519) e all'antico sapere che ha dato vita al movimento rinascimentale. Con la sua pubblicazione "Ceci n'est pas Leonardo", l’autore fa chiarezza su uno degli artisti e geni più grandi nella storia moderna. Un'opera coinvolgente che svela, insegna e ripristina con argomenti reali, cosa e come Leonardo da Vinci sia stato e di egli sia rimasto. Riccardo Magnani, tra i più affermati studiosi Leonardeschi, ci porta a riflettere sulla vita dell'artista toscano con particolare attenzione alle vicende che portarono i primi Europei nelle Americhe.
Cosa l’ha portata dall'Economia ad appassionarsi di storia? C’è un nesso? Il passaggio dalle discipline economiche e finanziarie a quelle storiche e artistiche è stato totalmente fortuito e involontario. Tutto ebbe inizio da una sala riccamente decorata di un palazzo rinascimentale valtellinese - dimostratosi poi lo scrigno nel quale i neoplatonici fiorentini depositarono la sintesi del loro sapere per metterlo al riparo dalle censure della Chiesa di Roma. Mosso dalla curiosità e da infiniti dubbi, ho iniziato a cercare risposte alle continue domande che si presentavano nella mia testa. Non c'è un nesso evidente tra l'attività di ricerca storico-artistica e quella economico-finanziaria. Le due materie sembrerebbero agli antipodi, ma in realtà il metodo di studio, analisi e verifica dei risultati non si differenzia di molto.
Come descriverebbe Leonardo Da Vinci, le sue scoperte, la sua pittura e le sue passioni a chi ne sente parlare per la prima volta? Trovare qualcuno che senta parlare di Leonardo da Vinci per la prima volta al giorno d'oggi è un po' come aprire un cassetto di casa e trovarvi un Gronchi rosa, tanto è raro. Purtroppo Leonardo è diventato un personaggio iconico, che non solo è stato artefatto nella narrazione nel corso dei secoli per quello che ha rappresentato ma addirittura è diventato una sorta di brand sotto il quale far passare tutte le deviazioni della moderna società. In realtà Leonardo è stato "scelto", se mi si passa il termine, in base alle sue innate capacità proprio per dare continuità a quel movimento sorto nei primi decenni del XV secolo noto col nome di Rinascimento. Egli fu istruito da tutti i più grandi artisti, umanisti, matematici, geografi, musicisti, astronomi dell'epoca per assolvere questo ruolo, attribuitogli da Gemisto Pletone, il riferimento primo del mondo neoplatonico bizantino. Aveva una sete di conoscenza infinita, la stessa che muove qualsiasi ricercatore, attraverso la quale sondare il mondo circostante e trovare un nesso tra teoria e pratica. «La scienza è figliola della esperienza» era il suo motto.
Quali differenze e similitudini vede tra l’arte di Leonardo da Vinci e quella di oggi? Faccio fatica a definire arte quella proposta al giorno d'oggi, in cui il mantra sembra essere quello della diversificazione a tutti i costi. In una società individualistica e autoreferenziale, l'artista non si discosta da ciò, quindi il risultato premia le scelte innovative. L'Arte nasce nell'antichità e poi viene ripresa nel Rinascimento come rappresentazione delle leggi naturali, dei suoi canoni inderogabili, in un gesto più o meno armonico e plastico di ciò che la natura rappresenta. L'arte di Leonardo, come quella degli antichi e dei più grandi artisti del Rinascimento, esprimeva proprio questo rapporto che poneva l'uomo in diretta discendenza dell'Universo. L'arte di oggi invece è solo una forma diversa di comunicazione, espressiva di tutte le corruzioni dell'uomo, spesso dettata da scelte commerciali o dalla smania di apparire ed emergere, tanto che faccio fatica a chiamarla arte.
Che contributo dobbiamo riconoscere all'artista rispetto lo sviluppo culturale, artistico e scientifico dell'intero Rinascimento? Avremmo dovuto riconoscere a Leonardo e a tutto il movimento rinascimentale un contributo essenziale per riportare l'uomo sulla retta via, in base a quanto raccontato poco sopra. Il contributo culturale, scientifico e artistico di Leonardo e di tutti gli artisti che a lui si ispirarono avrebbe potuto essere veramente enorme, se non fosse stato cassato sul nascere dalla Chiesa attraverso strumenti coercitivi, che andavano dalla censura, quando andava bene, fino alla distruzione delle opere e degli artisti e filosofi stessi.
Se Leonardo fosse un’artista contemporaneo parteciperebbe alla Biennale di Venezia? Si identificherebbe nel “sistema”? Dubito fortemente che oggi Leonardo si sarebbe allineato al "sistema", per lo stesso motivo per cui io stesso ho deciso d'intraprendere questo percorso alla ricerca della conoscenza: è talmente essenziale comprendere quanto l'uomo sia al centro di un sistema di regole naturali imprescindibili che aderire a un sistema corrotto che non rispetti questo assunto è contrario alla propria stessa natura.
Sappiamo che aspetto ha Leonardo e in quanti dipinti/disegni o sculture possiamo trovare il genio toscano a Firenze? Per questo motivo e per quanto poi nella vita farà, (basti ricordare che nel 1465 era già a Milano, annotato come il più grande musicista della sua epoca) tutti gli artisti a lui contemporanei si prodigarono a ritrarlo o scolpirlo nelle loro opere. Da Donatello a Desiderio da Settignano, da Ghirlandaio a Perugino, da Verrocchio a Benozzo Gozzoli, fino agli artisti minori e meno conosciuti, tutti quanti hanno ritratto Leonardo nelle proprie opere. Infatti oggi siamo in grado di conoscere la sua fisionomia in qualunque età della sua lunghissima vita, in quanto Leonardo all'epoca fu celebre e amato dalla sua città.
LIBRO DA LEGGERE
"Ceci n'est pas Leonardo"
Autore Riccardo Magnani